L’andare da un mondo che conosciamo a uno di muta meraviglia è come l’ansia di un bimbo la cui visuale è una collina, oltre la collina è magia e ogni cosa sconosciuta, ma il segreto compenserà la scalata solitaria?

(Emily Dickinson)

Numerologia e Destino

Solo chi è libero possiede il libero arbitrio e può andare incontro al proprio destino. Chi non è libero non sa dove sta andando.

La parola ‘libero’ può avere molte interpretazioni e credenze, molte volte crediamo e ci illudiamo di essere liberi. Crediamo di essere liberi perché le conquiste democratiche del XX secolo ci hanno dato libertà mai avute prima dall’uomo. Crediamo di essere liberi perché possiamo dire ciò che pensiamo. Crediamo di essere liberi anche perché spesso riteniamo che essere liberi significhi poter fare ciò che si vuole. Ma è veramente così?

Se tutto ciò che siamo, come ci comportiamo è il risultato del condizionamento di coloro che ci stanno vicino, se siamo alla ricerca del posto fisso, della sicurezza, della relazione stabile, del compagno fedele siamo certi che questa sia la libertà?

La sicurezza non esiste. È la naturale ricerca che generalmente facciamo nella convinzione che se abbiamo la sicurezza, stiamo meglio. Ma è una convinzione illusoria. La sicurezza, come la felicità sono solo categorie della mente. Certo, mi rendo conto che la ricerca della sicurezza è una modalità che mettiamo in atto per superare tutte le paure che, atavicamente, ci portiamo dentro: la paura dell’ignoto, la paura della morte, la paura di soffrire e di provare dolore. Quindi dobbiamo comprendere che il benessere inteso come benessere materiale, l’eccesso di sicurezza e di illusoria libertà è ciò che invece può farci diventare deboli e paurosi. La morte e il dolore sono stati esorcizzati dalla nostra cultura, non si è più capaci di provare il minimo dolore che ci si sente morire. Ma l’uomo è diventato veramente così debole? Perché cerca garanzie e diritti e si è dimenticato che le conquiste, che oggi appartengono a tutta l’umanità, sono state raggiunte perché prima c’era la capacità di soffrire, di battersi per raggiungere dei traguardi che sono stati raggiunti, tante volte, a prezzo della morte.

Abbiamo dimenticato l’umiltà, confondiamo la razionalità con la coscienza e pretendiamo che siano gli altri a risolvere tutti i nostri problemi. Eppure credo che sia proprio la leggerezza, ma direi l’incoscienza, con cui abbiamo delegato agli altri la nostra salute, il nostro benessere, la nostra sicurezza e la nostra serenità, ciò che ha reso molti sempre insicuri e malati.


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