Siamo padroni del nostro destino o tutto è già scritto
Giuseppe Montaldo07-10-2021
Tempo di lettura: 3 minuti
Dolore è il rompersi del guscio che racchiude la vostra intelligenza. Così come il nocciolo del frutto deve rompersi perché il suo cuore possa esporsi nel sole, così dovete voi conoscere il dolore. E se voi sapeste tenere il cuore in stato di meraviglia di fronte ai quotidiani miracoli della vita, il dolore vi apparirebbe non meno mirabile della gioia

(Khalil Gibran)

Esiste il destino?

In una normale casa, a Parigi, qualche giorno prima che iniziasse la retata, la figlia più grande disse rivolgendosi al padre: “Papà, ti prego, fuggiamo prima che vengano a prenderci. Andiamo da qualche parte.” “Nessuno verrà a prenderci figlia mia. Fidati di quello che ti dice tuo padre.” Qualche giorno dopo 13.000 ebrei francesi, già marchiati con la stella di Davide impressa sui vestiti, furono deportati e trasferiti nel velodromo della città.

Davanti a un pubblico di persone come lei, disidratate e malnutrite, sparse nelle tribune, la figlia, questa volta in preda a una vera disperazione, si rivolse di nuovo al padre: “Io ti avevo avvertito papà ma tu non mi hai ascoltato.” Il padre le rispose: “Ci siamo soltanto fidati figlia mia. Niente poteva farci pensare cosa sarebbe potuto succedere.” Molte donne anziane replicarono: “Ci siamo fidati tutti quanti ragazza mia. Cos’altro potevamo fare. Abbiamo avuto fiducia nei nostri governanti, in coloro che dovevano proteggerci.”

Peccato che, in questo caso, l’affidarsi cambiò ineluttabilmente il loro destino.

Io penso che il bene più prezioso che abbiamo sia la libertà, prima di tutto quella di essere se stessi e di essere padroni e responsabili di fare le proprie scelte. Ma, davanti a costrizioni che limitano la nostra libertà di scegliere, abbiamo ancora il libero arbitrio? Siamo prigionieri, o liberi, davanti a imposizioni che la nostra coscienza non condivide?

Ed esiste un destino collettivo? In questo caso, possiamo staccarci da un destino collettivo? O ne veniamo irrimediabilmente trascinati?

Nonostante noi facciamo parte di un sistema che percepiamo spesso ingiusto, io tuttavia penso che ognuno sia libero di fare le proprie scelte e quindi di scegliere, nel bene e nel male, il proprio destino. E questo lo dico perché abbiamo comunque una coscienza che ci guida, il problema semmai è imparare a riconoscerne i sottili messaggi.

Nella mia esperienza ho riscontrato che le persone, davanti a esperienze anche molto dolorose, generalmente reagiscono in due modi: c’è chi continua a ripetere "sono uno sfigato” mentre altri, davanti alle minacce della vita, sono capaci di trasformare queste minacce in opportunità.


Lo sfigato, se continuerà nella sua vita a reagire sempre in que-sto modo, ha perso il filo del suo destino e non sarà mai libero e padrone della sua vita, mentre coloro che reagiscono nella se-conda maniera stanno andando incontro al loro destino, che poi non è altro che il progetto che hanno scelto prima di venire in questo mondo.

Penso che molti non saranno d’accordo con l’affermazione che noi ci scegliamo il destino prima di venire al mondo, è un concetto che non fa parte della nostra cultura e posso capirli.


Queste cose, ancorché patrimonio di antichissime tradizioni, non ci vengono insegnate a scuola.

Al contrario la nostra religione e la scienza di oggi vanno in direzioni diametralmente opposte:

  • da quando siamo piccoli, la chiesa ci ha presentato un Dio che è profondamente diverso da quel sentimento, che tutti noi sentiamo qualche volta, che ci fa percepire l’esistenza di qualco-sa al di sopra di noi, che ci guida e di cui facciamo pienamente parte;
  • la scienza afferma, al contrario, che non esiste altro al di fuori del mondo materiale.

  • Siamo stati intrisi di queste convinzioni che sono profonda-mente radicate in noi e non è facile, da grandi, metterle in discussione.

    Da più di anno è in corso una pandemia dovuta al diffondersi di un virus, uno dei tanti derivati dal coronavirus la cui prima versione nacque nel 2003.
    Allora ci furono 800 morti, pochi rispetto a quelli dell’ultimo anno e questo avvenne perché il virus fu subito individuato e isolato, cosa che non è successa questa volta, dato che la pandemia dura da più di anno e che pare ci siano stati almeno centomila morti a causa di questo virus.

    È giusto dire che questa esperienza ‘sanitaria’ che sta condizionando pesantemente la nostra vita faccia parte del nostro destino?
    Ed è vero che, se l’emergenza sanitaria ha limitato le nostre libertà individuali, gli uomini e le donne hanno reagito in manie-re molte diverse fra loro?
    Infatti molti, la maggioranza, hanno approvato la limitazione delle libertà mentre una piccola minoranza ha reagito diversa-mente.
    I primi hanno accettato che altri limitassero le loro libertà individuali.
    I secondi non lo hanno accettato.

    Ma c’è una differenza sostanziale fra i primi e i secondi ed è legata al libero arbitrio: la differenza consiste nel fatto che, nonostante tutti siano soggetti alle stesse limitazioni, i primi sono prigionieri mentre i secondi sono liberi.
    Voi direte: “Ma se le limitazioni hanno colpito tutti, come fai a dire che solo i secondi sono liberi?”
    Perché la libertà non è un qualcosa che dipende da ciò che accade intorno a te ma da come e cosa vivi all’interno della tua coscienza.
    La vera libertà è la capacità di essere se stessi, di essere ciò che si è veramente in qualunque situazione.

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