Schemi e credenze

Riconoscere e rompere gli schemi

Per comprendere cosa sono gli schemi vi racconto un breve episodio:

un giorno, parlando con un amico, cercavo di illustrargli la mappa dei talenti. Quando si accorse che i numeri, provenienti dalla sua data di nascita, erano rappresentati dai Tarocchi mi interruppe subito, un po’ stizzito, e mi disse: per favore non parlarmi di Tarocchi, è solo roba da ciarlatani. Questo è un esempio di una persona totalmente intrappolata in uno scherma: l’associazione tra Tarocchi e ciarlatani.

È evidente infatti che lui di Tarocchi non ne sapeva niente, non aveva mai nè studiato nè approfondito niente su questa conoscenza.

Ma perché una persona assolutamente normale e dotata di una normale cultura reagisce in questo modo? È un fatto emotivo e ha a che fare col senso di appartenenza, con il bisogno di far parte del clan. La sua credenza inconscia è quella di pensare che, se non respinge i tarocchi, può essere considerato un diverso, perché i tarocchi non sono contemplati nella nostra cultura.

Il fatto emotivo è quello che gli impedisce di accorgersi che è prigioniero di uno schema, di una credenza. Ma come nasce questa credenza? Come tutti gli schemi che ci portiamo dentro senza sapere se sono veri o fasulli. Infatti la maggior parte di quelle che crediamo essere sane conoscenze è stata introiettata dentro di noi prima che potessimo comprendere se era vera o falsa. Si possono fare infiniti esempi:

  • la storia dell’unità d’Italia,
  • la storia dell’umanità,
  • la storia dei vaccini,
  • i virus,
  • Cristoforo Colombo,
  • le torri gemelle,
  • il viaggio sulla luna
  • le teorie strampalate sulla costruzione delle piramidi,
  • la vera storia del cancro e della canapa.

Ma come si fa a liberarsi di questi schemi? È molto semplice: imparare a mettere in discussione tutto ciò che crediamo sia vero all’interno di noi stessi. Imparare a disidentificarci dai nostri pensieri. Imparare che noi siamo qualcosa che va oltre i nostri pensieri le nostre emozioni.

Facciamo un altro esempio: quasi 10 anni fa ho fatto un corso di risveglio con un amico. Tutti sappiamo cosa significa il risveglio della coscienza. Non sto qui a spiegarlo. Semplificando possiamo dire che è la capacità di ascoltare la nostra vocina interiore e di dialogarci ma anche la consapevolezza che la nostra coscienza è sempre in contatto con qualcosa di più grande che sta al di sopra di noi. E che c’è uno scambio continuo tra la coscienza e questo mondo.
Questo amico “risvegliato“ all’inizio della pandemia, appena istituito il Green pass, mise nel suo negozio un grande cartello con su scritto: vietato l’ingresso a chi non è dotato di Green pass. La domanda che mi faccio è questa: come fa una persona che dovrebbe essere risvegliata, quindi impregnata di Libertà, Giustizia, Verità e in contatto col suo cuore,  ad attuare una simile discriminazione nei confronti dei suoi fratelli?

Dove dorme la sua coscienza ancora?

In questo caso lo schema della paura è più forte di un corso full time durato cinque giorni.

Qual è in questo caso lo schema profondo che si porta dentro? C’è un conflitto fra la libertà di essere se stessi e la paura di essere puniti finanziariamente per non aver rispettate una legge. Ma perché è un risvegliato non si fa la domanda: è una legge giusta? È giusto che io la rispetti? Anche qui gioca l’aspetto emotivo. È una persona che è stata repressa dal padre e per cui non è mai stato consentito di mettere in discussione ciò che diceva il genitore. Questa memoria emotiva è molto forte e il solo pensiero di ribellarsi lo fa stare male. Evidentemente questa persona dovrà lavorare non solo sul risveglio della coscienza ma sulla liberazione di questi contenuti emotivi che limitano la sua libertà.

Purtroppo sembra, pandemia docet, che l’80% degli italiani, abbiano subito passivamente il racconto ufficiale senza avere avuto il coraggio di mettere in discussione ciò che veniva loro raccontato. Anche qui la paura è di essere messo fuori dal clan: se non ubbidisci sei un complottista, un sacrilego novaxx.

Il mettersi in discussione, il mettere in discussione tutte le credenze che ci portiamo dietro non è facile. Scatta qualcosa dentro di noi che ci mette, molto inconsapevolmente, paura, una paura non riconosciuta ma che costituisce una pesante barriera. Stiamo male, continuiamo a essere prigionieri ma non sappiamo perché e nemmeno vogliamo saperlo. La conoscenza, basata sulla ricerca della verità, nasce dalla libertà di pensare con la propria testa. Ma questa libertà non esiste per chi costruisce barriere in cerca di sicurezze assolutamente false perché basate solo sulla paura o su altre barriere emotive.


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