Il riconoscimento del padre

Il riconoscimento

Riconoscimento, identità, senso di appartenenza

A volte alle persone mi viene spontaneo chiedere: ‘Tu chi sei?’

Molti mi rispondono sconcertati: ‘mah, cosa vuol dire? Io sono io.’

Una delle domande più difficili cui rispondere per comprendere il significato dell’esistenza e cosa ci facciamo in questo mondo è proprio: ‘IO chi sono?’

In che cosa ci riconosciamo?

Molti vivono tutta la vita cercando il riconoscimento. E, purtroppo, lo cercano dagli altri mentre la sfida è arrivare a riconoscersi.

‘Sia santificato il tuo nome’ recita il Padre Nostro.

Il nome, infatti, è la prima cosa attraverso cui veniamo riconosciuti.

Il primo riconoscimento ce lo dà il padre. Il padre ci dà il posto in famiglia, ci dà l’identità. Se questo avviene profondamente noi ci riconosciamo in nostro padre e lui si riconosce in noi. Sentiamo di avere un posto e di appartenere a qualcosa di importante.

Il riconoscimento è il primo passaggio importante per costruire la nostra identità materiale, condizione indispensabile per poter intraprendere il viaggio verso il Sé.

La costruzione di una coscienza di sé passa attraverso il riconoscimento.


Dal film ‘Balla coi lupi’, (visibile su Prime)

“Mi era difficile capire cosa provavo. Non mi ero mai trovato in una battaglia come quella. Non si combatteva per oscuri obbiettivi politici nè per la conquista di territori, di ricchezze o la perdita della libertà ma solo per difendere le scorte alimentari per l’inverno e per proteggere la vita dei propri cari. La perdita di ‘vitello di pietra’ era grave ma neppure i più anziani ricordavano una vittoria così schiacciante. A poco a poco cominciai a considerare quella battaglia in modo nuovo. Provai un orgoglio che non avevo mai provato. Non avevo mai saputo chi fosse veramente ‘Jhon Danbar’. Quel nome per me forse non aveva mai significato nulla. Invece sentendo gli indiani scandire il mio nome sioux per la prima volta in vita mia capii veramente chi ero.”

Quando cominciamo ad avere una coscienza di noi stessi allora comprendiamo che il vero riconoscimento è quello che ci viene da qualcosa di più grande, da qualcosa che ci sovrasta, che sta sopra di noi. È Dio forse?


Così scrivo nel mio libro ‘I viaggi del matto’:

Il quinto piano è il Manas

‘In tutte quelle famiglie in cui il padre riconosce il figlio dandogli il suo nome, avviene un atto sacro. Pensa, caro Aldo al profondo significato di questo atto: il padre si riconosce nel figlio e il figlio si riconosce nel padre. Cosa rappresenta nella vita il riconoscimento del padre?

Rappresenta tutto.

Se tuo padre ti ha riconosciuto pienamente e incondizionatamente, tu hai il tuo posto nel mondo; sai chi sei e sai di avere pieno diritto di esistenza; sai che sei parte di una famiglia e questo ti dà una grande forza. Adesso proietta il discorso al di fuori della famiglia fino ad arrivare al momento in cui questo riconoscimento ti viene dato da Dio. Ti sarà chiaro che non è Dio che ti dà questo riconoscimento ma sei tu che lo dai a te stesso, quando riconosci dentro di te la tua essenza divina. Allo stesso tempo il nome ti identifica e ti distingue da tutti gli altri. Ecco, questo è il significato del quinto piano e il corrispondente corpo dell’uomo viene chiamato Manas. Credo che ti sia chiaro e quindi non c’è bisogno di aggiungere altro.’


La frase della preghiera è: ‘sia santificato il tuo nome’


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