Emozioni e scienza

La scienza delle emozioni è una contraddizione in termini. Le emozioni sono quanto di meno scientifico possa esistere perché sono estremamente soggettive nel senso che non ci sono due persone che vivano le emozioni allo stesso modo. Ciò non significa che non siano state fatte delle importanti scoperte scientifiche sul mondo delle emozioni. La scienziata più importante in questo senso è Candace Pert. Le sue scoperte hanno dato origine alla P.N.E.I. psico-neuro-endocrino-immunologia, un’importante branca della scienza medica.

“La mente intuitiva è un dono sacro
e la mente razionale è un fedele servo.
Noi abbiamo creato una società che
onora il servo e ha dimenticato il dono”

(Albert Einstein)

Tutti conoscono lo scienziato Albert Einstein ma pochi ne conoscono la profonda spiritualità. Questa è un’altra sua frase:

“La scienza senza la religione è zoppa.
La religione senza la scienza è cieca”.

Lui stesso afferma che nessuno scienziato possa definirsi tale se non ha sviluppato l’aspetto intuitivo della mente.

Sappiamo che il nostro cervello è composto da due parti separate tra di loro dal corpo calloso. Questi nostri due emisferi sono l’emisfero sinistro, maschile, razionale e l’emisfero destro, femminile, intuitivo.

Emisfero destro (ECD):
è olistico, vive le emozioni, ne sente il dolore, la minaccia, il tormento.

Emisfero sinistro (ECS):
è riduzionistico, scinde, separa, interpreta ciò che sta succedendo. Cerca di compensare, teorizzare per evitare la sofferenza.

È importante sapere come funzionano i due emisferi cerebrali e come li usiamo perchè ci da un grande aiuto nel nostro percorso di crescita e di gestione delle emozioni.

Facciamo un esempio:

Un bambino non può̀ accettare il sentimento che sua madre non lo ama: accettarlo sarebbe morire: non amare significa abbandonare, quindi, se sua madre non lo ama, lo abbandonerà̀; il che equivale a morire. Man mano che cresce il bambino sviluppa le onde Beta (ECS) che sappiamo essere le onde del dualismo: giusto-sbagliato, vero-falso, bene-male. Per cui viene prodotto un criterio morale: nessuna madre abbandona i propri figli, nessuna madre è cattiva.

E così, accettando quest’affermazione, che è un semplice concetto morale, allontaniamo dalla coscienza il sentimento d’abbandono, ’abbandono' reale – poiché́ è reale tutto ciò che si sente come tale – lo allontaniamo mediante un’interpretazione che è solo un aggiustamento, qualcosa che non ci fa soffrire perché́ gli abbiamo trovato una giustificazione. Il risultato di questo processo di compensazione è quel che resta come memoria. E questo è ciò che ricordiamo.

Ma, sfortunatamente, quest’aggiustamento è solo una protesi perché́ il fatto reale, il continuare a sentire il sentimento d’abbandono, non muore, continua dentro di noi facendo pressione dall’oscurità̀.

In pratica abbiamo anestetizzato il nostro sentire perché troppo doloroso. Ma in questo modo non liberiamo l’emozione congelata (l’abbandono) che continueremo a sentire dentro di noi (esperienze ripetute di abbandono) finché non decideremo di farla venire in superficie e liberarla.

La scoperta della sincronizzazione cerebrale è dovuta allo psichiatra Charles Stroebel, attuale direttore dell’Istituto for Advanced in Behavioural Medicine, USA. Egli scrive: «La sincronizzazione cerebrale si produce quando le onde di entrambi gli emisferi si trovano in fase. Non basta, pertanto, che entrambi gli emisferi si trovino alla stessa frequenza, dato che, pur essendo già̀ coerenza, tuttavia può̀ succedere che la cresta di un’onda coincida con la valle di un’altra, nel qual caso non vi sarebbe fase. Deve dunque darsi il caso che entrambe le onde salgano e scendano all’unisono. In questi casi emerge la sincronizzazione perché́ entrambe le onde si uniscono formando un’unica onda di ampiezza doppia delle precedenti.

Questa è una bellissima descrizione teorica ma nella pratica cosa significa?

Cerco di spiegarvelo con l’esempio precedente.

Con la compensazione i due emisferi sono fuori fase. L’ECS da un’interpretazione morale che non coincide con il vero ‘sentito’ dell’ECD. Per questo motivo il trauma rimane irrisolto e si continuano a rivivere esperienze di abbandono.

Per portare in fase i due emisferi l’ECS deve avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, per quanto dolorosa, che è rappresentata ciò che sente realmente, dal sentire l’emozione per quella che è. In questo modo i due emisferi entrano in fase e il trauma viene liberato; io non vivrò più esperienze di abbandono. Semplificando: cerchiamo di dirci sempre la verità smettendola di raccontarcela!


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