i blocchi psicosomatici collettivi
Federico N. Montecucco01-02-2022
Tempo di lettura: 3 minuti
Non si può curare l'esterno senza una cura dell’Interno. Razionalismo e scientismo dovrebbero arrestarsi e non perseguire più nello sfruttamento ‘logico’ e ‘razionale’ di ogni creatura e cosa

(Gabriele La Porta)

Il non riconoscimento del Sè

Il non riconoscimento del Sé e i blocchi psicosomatici collettivi

Se la coscienza di Sé rappresenta il principale elemento che genera e mantiene il senso di unità psicofisica, l’inibizione della coscienza di Sé è il trauma centrale che genera i tre Blocchi Psicosomatici Collettivi: la frammentazione psicosomatica tra corpo, cuore e mente. Descriviamoli in sequenza cronologica funzionale:

  1. La chiusura del Sé del cuore e dell’amore: è il principale blocco psicosomatico in quanto il cuore è associato alla coscienza di Sé, che si “chiude” o inibisce la sua azione per il forte dolore, la paura, la sfiducia, l’impossibilità di agire spontaneamente. La sua chiusura provoca mancanza di umanità e di senso della vita, e difficoltà nel condividere sentimenti di amore e di empatia.
  2. L’iperattività della mente: ciò che non può essere vissuto spontaneamente col cuore deve essere immediatamente controllato e razionalizzato dalla mente. L’io della mente (l’ego, la testa), staccato dal Sé e dal cuore, sostituisce il sé e controlla le emozioni e il corpo attraverso le informazioni-convinzioni del super-io (la banca delle memorie su come ci si deve comportare per essere accettati socialmente).
  3. Il controllo e l’inibizione del corpo e del piacere di vivere: l’eccessivo controllo mentale e la chiusura affettiva-emozionale portano all’inibizione del “corpo” inteso come vitalità, spontaneità, istintività e libera sessualità. Per approfondire questi argomenti rimando alla lettura della seconda parte del mio libro “Psicosomatica Olistica” per le Ed. Mediterranee, interamente dedicata a questo tema.

L’abdicazione del Sé e la formazione delle sei personalità dell’io

i sei tipi di ego
Se immaginiamo il Sé come il re dell’intero sistema (il corpo) e gli ormoni-neurotrasmettitori come le funzioni (esercito, guerra, difesa, educazione, diplomazia) possiamo immaginare l’inibizione del Sé come uno stato di guerra contro il re (il genitore che picchia, castiga o sgrida il figlio) o uno stato di destituzione del potere del re (i genitori che obbligano a non correre, non gridare, non ridere) o di carestia del regno e debolezza del re (i genitori non amano il figlio, gli sottraggono tenerezze, affetto, giocosità, attenzione, ecc.).

In ogni caso il Sé non riesce più ad operare direttamente e si genera uno stato di grande allarme neuropsichico. Al posto del Sé-Re prendono potere degli “io” (personalità) ossia al posto della funzione centrale e globale della coscienza-governatore prendono il comando delle “funzioni PNEI” (psiconeuroendocrine) che offrono strategie geneticamente prestabilite, ossia istintive e automatiche, per reagire alle situazioni pericolose.

Si attivano innanzitutto i due grandi sistemi di sopravvivenza attivo o passivo:

l’asse dello stress: ipotalamo-ipofisi-surrene - l’io dominante-reattivo - (il capo dell’esercito) con i comportamenti attivi di forza e aggressività (mediati da adrenalina, noradrenalina e testosterone) oppure l’inibizione dell’azione o congelamento (freezing) - l’io sottomesso-inibito - (il debole ministro della difesa che firma la resa) con i comportamenti passivi di paura ed evitamento (mediati da serotonina e cortisolo).

In casi meno gravi, in alternativa alle due risposte primarie, possono anche attivarsi risposte funzionali attive come quelle mediate dalla dopamina e dalla vasopressina che, nelle difficoltà, innescano comportamenti emozionali-relazionali di aumento della carica affettiva e sociale - l’io seduttivo-manipolatore – (l’abile diplomatico - consigliere) o risposte passive dove l’ossitocina-serotonina genera l’io timido-dipendente (la moglie fedele, la figlia buona) basato su comportamenti di bontà sottomessa e compromessi affettivi: “farò la brava per essere amata”.

In ogni persona, ma soprattutto nelle persone più mentali o quando la base di forza fisica o emozionale non riesce a sostenere la situazione famigliare o sociale, il Sé cede le redini del governo all’ io controllante-razionale (il “capo” del governo tecnico, l’esperto) che dirige il tutto in modo rigido e strutturato tenendo in gran conto i giudizi esterni famigliari e sociali, o, nel caso di incapacità di controllo, di defaillance e confusione generale il Sé si abbandona all’ io sognatore-estraniato (il filosofo, l’astrologo di corte), che vive di false illusioni, di aspettative, che tendenzialmente crede in ogni sistema che dia speranza e illusioni per il futuro.

Spesso le stesse religioni o le ideologie diventano le basi di questa strategia di sopravvivenza basata sull’estraniazione dalla realtà.


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