crescita 'sana' dei figli
Federico N. Montecucco01-02-2022
Tempo di lettura: 2 minuti
Io sono meno impaziente del vento, tuttavia devo andare. Per noi, viandanti eternamente alla ricerca della via più solitaria, non inizia il giorno dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci trova dove ci ha lasciato al tramonto. Anche quando dorme la terra, noi procediamo nel viaggio. Siamo i semi della tenace pianta, ed è nella nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati al vento e dispersi

(Khalil Gibran)

I genitori coscienti di Sé

I genitori che hanno coscienza di Sé, normalmente decidono di concepire un figlio partendo da uno stato di amore meno vincolato dall’esterno, con più considerazione per il bimbo, con l’idea di far nascere una creatura nuova, individuale.

Spesso già nei mesi di gravidanza la mamma ha un contatto empatico col bimbo, lo “sente” e “ci parla”: un primo reale “riconoscimento del Sé” del nascituro.

L’attesa è di vedere chi nascerà, che viso avrà, che tipo sarà; “ma, comunque sia, lo amerò”. Viene cercato un nome che si adatti a lui, alla sua personalità. Ponendo l’attenzione più sulla sua identità profonda, le aspettative e le proiezioni dei genitori (che sicuramente ci saranno) diventano meno intense:

  • “ti vorrò bene qualsiasi cosa farai",
  • "anche se non condivido le tue scelte comunque è la tua vita e sono contenta per te”.

Il bimbo cresce, aldilà degli immancabili condizionamenti famigliari e sociali, con maggiore coscienza di Sé, dei propri bisogni, sentimenti e aspirazioni. Il proprio Sé sarà il suo punto di riferimento interiore nei momenti critici e darà la direzione per realizzare la propria vita. In tal modo potrà anche fare scelte coraggiose e innovative.

Molti di queste modalità di condizionamento madre-figlio erano già state intuite da Freud, Jung, Bowlby e altri, ma poterle quantificare e studiare scientificamente è stato un vero passo in avanti. Al Villaggio Globale di Bagni di Lucca rileviamo i tracciati eeg di tutti i pazienti e in particolare quelli tra coppie. Questo ci permette una particolare chiarezza nell’impostazione psicologica iniziale e una precisa conferma dell’efficacia terapeutica quando ripetiamo l’analisi dopo un periodo di un mese o due.

La coscienza cresce attraverso il riconoscimento e il rinforzo del Sé

Le nostre osservazioni sulle testimonianze di circa 1000 pazienti confermano che la grande maggioranza racconta di essere nata e cresciuta da genitori poco consapevoli e di percepire una cronica mancanza di “riconoscimento di Sé” che inibisce l’amore, l’accettazione e la stima di sé, e che viene vissuta come l’esperienza più dolorosa della loro vita:

  • “la mamma non mi ama, non mi capisce”,
  • “il papà non mi vede, non si cura di me”, da cui deriva il pensiero: “io non esisto”,
  • “non sono degno”,
  • “devo farmi accettare”.
Il non riconoscimento di Sé (affettivo, somatico, emozionale e psicologico), genera il trauma centrale della propria identità - avvenuto in un istante o in anni di vita - da cui derivano le innumerevoli forme di disagio interiore e psicosomatico: sfiducia nei genitori e in sé stessi, senso di tradimento, solitudine, senso di non aver diritto di esistere, paura dell’abbandono, ecc.

I rari bimbi che raccontavano di essere nati da genitori con una reale interiorità, con una propria coscienza di Sé (anche se ufficialmente non credenti o non aderenti ad una precisa confessione), riferivano di aver percepito questo senso di riconoscimento profondo, di accettazione, di “sensazione di esistere”, che dava significato alla vita, sostegno e dignità interiore anche quando le condizioni economiche o famigliari erano oggettivamente difficili o addirittura tragiche (povertà, guerre, malattie, tragedie, ecc.).


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