Il risentito

Emozioni e risentito

“Se vi è un destino personale, non esiste un fato superiore o, almeno, ve n’è soltanto uno, che l’uomo giudica fatale e disprezzabile. Per il resto, egli sa di essere il padrone dei suoi giorni.” (Albert Camus)

Voglio qui introdurre un concetto importante per la comprensione di tutto questo lavoro e della mappa dei talenti: il risentito. Cercherò di farvelo comprendere con il contributo di alcuni autori.

Il primo di cui voglio parlarvi è Joaquín Grau, l’inventore di Anateoresi, una terapia di ipnosi che poggia su solide basi scientifiche scoperte e messe a punto dall’autore in oltre quarant’anni di esperienza sul campo.

Durante i corsi che ho fatto a Madrid per imparare l’Anateoresi, che pratico ormai da sei anni, gli insegnanti (Grau era morto l’anno precedente) non smettevano di mettere l’accento sulla differenza che c’è tra verità sentita e verità concreta, ciò che è veramente accaduto. Questa verità sentita può aiutarvi a capire cosa si intende per risentito.

Dal suo libro “Le chiavi della malattia” ho estrapolato (per chi volesse approfondire non solo il libro è uno dei migliori che esistano su questi temi, ma è più piacevole di un romanzo):

“Quando un incesto è vero?

Risulta evidente che le verità che ci condizionano sono le verità sentite, e, anche se in anateoresi si deve sempre cercare il fatto concreto che fu causa di uno IAT (impatto analogico traumatico), ciò̀ non impedisce che ogni anateorologo sappia che un incesto non è meno incesto per il fatto che sia stato o meno una realtà concreta.

Un incesto è tale per il semplice fatto – e soprattutto per il semplice fatto – che il bambino o la bambina lo abbiano sentito come tale e, in quanto tale, ha condizionato la loro vita. Dimodoché un incesto è più incesto non per ragioni di valutazione esterna o quantitativa, ma lo è maggiormente, indipendentemente dall’esser stato reale, per la carica energetica che tale IAT ha generato. Non si tratta, per esempio, di quante volte un padre ha violato sua figlia: theta non è quantitativo. Si tratta di impatti traumatici affettivi: cioè qualitativi. Le domande sono, dunque: c’è stata violenza? È stato trasposto sulla vittima un senso di colpa? È stato un fatto non reale ma desiderato? Eccetera.”

Possiamo definire il risentito come quella situazione che ci trasporta in uno stato emotivo già sentito, cioè introiettato (iscritto profondamente nel nostro subconscio) in un tempo passato ma che è ancora presente, se non lo abbiamo ancora guarito, in quanto i suoi effetti continuano a farsi sentire (attraverso appunto il risentito) ancora oggi.

Il secondo scienziato di cui vi voglio parlare è Candace Pert.

Candace Pert ha fatto delle scoperte rivoluzionarie sulla fisiologia delle emozioni e, pensate, queste scoperte hanno più di quarant’anni. Mi sento di affermare che queste scoperte non sono divulgate perché rivoluzionerebbero non solo l’attuale paradigma della medicina ma cambierebbero totalmente le nostre credenze riguardo alla malattia e alla guarigione.

A conferma di ciò, dalle scoperte di questa scienziata è nata una disciplina chi si chiama P.N.E.I. e che significa psico-neuro-endocrino-immunologia. Questa innovativa branca della medicina, praticata solo da medici, è sconosciuta alla maggior parte dei medici stessi.

Candace Pert ha scoperto che le emozioni sono dei veri e propri messaggeri chimici e voi sapete che i messaggeri chimici per definizione sono gli ormoni e, sicuramente, conoscete l’importanza degli ormoni per la salute e l’equilibrio del nostro sistema mente-corpo.

Non voglio introdurre troppi tecnicismi ma estrapolo solo un piccolo estratto dal suo splendido libro Molecole di emozioni.

 “Cosa significano questi tipi di connessioni tra cervello e corpo? Spesso vengono definiti ‘il potere della mente sul corpo’. Per quanto mi riguarda, questa frase non descrive ciò di cui stiamo parlando qui. Il corpo in questi esperimenti è la manifestazione esteriore della mente. Vorrei andare oltre. Quando documentiamo il ruolo chiave che le emozioni, espresse attraverso molecole di neuropeptide, giocano nell'influenzare il corpo, diventerà chiaro come le emozioni possano essere una chiave per la comprensione della malattia.”

Dal punto di vista della Pert mi sento di affermare che il risentito, quando non consapevolizzato e curato, è una porta aperta verso la malattia e che la guarigione dai mali fisici può avvenire solo se prima guariamo i nostri traumi emotivi.

I traumi emotivi non risolti sono dunque la causa del risentito. Ma cos’è che provoca il risentito?

Parto da un principio fondamentale:

“La causa che ha acceso un risentito non è l’evento che l’ha scatenato ma la ferita che l’evento ha toccato dentro di voi.”

Forse riuscite a capirlo meglio con un esempio. Se incontrate un amico per la strada e questo vi stringe la mano con grande energia, non vi fa male sicuramente, anzi, forse è più gratificante e, direi, comunicativa, questa stretta di mano energica piuttosto che quelle strette di mano mollicce, prive di energia. Non vi pare?

Bene, ora immaginate che vi siate fatti un piccolo taglio col coltello nel palmo della mano, non vi fa molto male ma è un po’ fastidioso; come si suol dire, la ferita è ancora aperta. Adesso incontrate un altro amico, il quale, con la stessa energia, vi stringe la mano. “Ahia” vi viene da urlare per il dolore. Però siete certi che il vostro amico non è la causa di esso ma solo l’evento scatenante, quello che ve l’ha fatto risentire. Credo che su questo siamo tutti d’accordo. Lo stesso concetto vale per un risentito emotivo; quindi, quando qualcuno vi offende, se reagite, vi ha toccato una ferita ancora aperta che avete dentro di voi, se invece non reagite, significa che non siete toccati. Se qualcuno vi offende, vi tradisce, vi abbandona, non è un qualcosa che possa farvi male se avete guarito le vostre ferite e davanti a queste situazioni, potete liberamente fare le vostre scelte senza condizionamenti emotivi. Per concludere un altro principio molto importante:

“Nella vita incontrerete sempre persone ed eventi che riapriranno le vostre ferite accendendo quindi i vostri risentiti.”

Questo fenomeno è noto come risonanza:

 “Le vostre vibrazioni risuonano come un diapason con quelle delle persone che hanno la stessa vostra frequenza.”

Innalzerete le vostre vibrazioni man mano che guarirete le vostre ferite, con il bel risultato che non incontrerete più persone con frequenze basse.

Le vibrazioni di più bassa frequenza sono paura, rabbia, sensi di colpa e senso di ingiustizia/giudizio.

Le vibrazioni a più alta frequenza sono gioia, amore e rispetto, nel senso di accettazione e unione con tutto ciò che è.

Quindi se non volete essere cibo per gli altri, elevate le vostre vibrazioni, altrimenti sarete sempre schiavi e dipendenti di ciò che è esterno a voi.

L’ultimo rivoluzionario (come può essere definito altrimenti chi ha il coraggio di mettersi contro il consolidato paradigma attuale della medicina?) di cui voglio parlarvi è Ryke Geerd Hamer.

Farò solo dei brevi cenni perché sono sicuro che un vero ricercatore conosce già le scoperte di questo straordinario scienziato. Possiamo affermare che lui ha creato, scoperto, inventato un vero e proprio nuovo paradigma della medicina con un’opera monumentale che è ora a disposizione di tutti i medici che abbiano il coraggio, in scienza e coscienza, di andare oltre i vecchi paradigmi per trovare nuove vie di guarigione.

Le cinque leggi biologiche sono il risultato delle sue ricerche.

Attraverso queste leggi si può trovare il collegamento tra conflitti emotivi e i relativi organi. Non posso in questo lavoro entrare in dettagli per i quali sono stati scritti libri ma voglio riportare qui la 1° legge biologica in quanto in essa leggiamo in un altro modo il risentito di cui stiamo parlando (c’è qualche tecnicismo ma il senso è molto chiaro):

Legge Biologica: La legge ferrea del cancro (e di tutte le "malattie")

La Legge Ferrea del Cancro è una legge biologica inerente non solo al cancro o alle malattie oncoequivalenti ma per tutte le cosiddette malattie. È un sistema sovradeterminato nel senso più rigorosamente scientifico del termine. Significa che se conosciamo bene uno dei tre livelli possiamo dedurre e determinare precisamente gli altri due.

Essa comporta tre criteri:

Ogni programma Speciale, Biologico e Sensato (SBS) del cancro o delle malattie oncoequivalenti è generato da una Sindrome di Dirk Hamer (DHS), vale a dire da uno choc estremamente acuto, inaspettato, drammatico e vissuto con un senso di isolamento, che si verifica contemporaneamente, o quasi contemporaneamente, ai tre livelli: Psichico - Cerebrale - Organico.

Il contenuto del conflitto biologico (quel sentimento che l'individuo percepisce immediatamente, intimamente) determina, nell'istante della DHS, tanto la localizzazione nel cervello del cosiddetto Focolaio di Hamer (FH), quanto la localizzazione del tumore o malattia oncoequivalente nell'organo per ogni corrispondente programma SBS.

Il decorso del programma SBS sui tre livelli (psiche - cervello - organo) è sincrono, a partire dalla DHS fino al termine della fase di soluzione del conflitto (compresa la crisi epilettica o epilettoide). Fase di conflitto attivo dalla DHS fino alla soluzione del conflitto.

Conflitto a livello emotivo = focolaio di Hamer attivo nel cervello con cerchi concentrici nitidi = fase attiva a livello organico

Fase di riparazione dalla soluzione del conflitto fino alla normotonia:

tranquillità emotiva = il Focolaio di Hamer edemizza (si gonfia), i cerchi nel cervello risultano sfuocati = fase di riparazione a livello organico.

Voglio mettere in evidenza due aspetti fondamentali di questa nuova medicina

  1. La malattia è provocata da una crisi emotiva legata al nostro risentito.
  2. La sintomatologia nasce nel momento in cui usciamo dalla prima fase; è in questo momento che appare quella che noi chiamiamo ‘la malattia’. In questa seconda fase avviene il processo di riparazione, la vera guarigione; e questa è la fase più delicata perché occorre un medico, un terapeuta che sappia guidare il paziente in questo delicato processo. Questo terapeuta è ben diverso da un medico che ti dice: “lei ha un cancro maligno; le do pochi mesi, pochi anni di vita. Il cervello come reagisce nei due casi?

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