Luigino e il delfino
Giuseppe Montaldo06-10-2015
Tempo di lettura: 4 minuti
Guarda dentro di te, Sagredo, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità ed è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai

(Giordano Bruno)

Luigino e il delfino

    Luigi aveva nove anni. Era un bambino vivace. Quando era in compagnia dei suoi compagni inventava sempre nuovi giochi. 
    Non gli mancava la fantasia e l’immaginazione. Un giorno, mentre si rincorrevano sulla spiaggia, arrivò improvvisamente una mareggiata. I cavalloni erano alti fino a dieci metri. 
    Luigino prese i suoi compagni, li portò alle saline dove non arrivavano le onde e propose un nuovo gioco. Formiamo due squadre. Ognuno di noi deve tornare sul bagnasciuga ad una distanza di cinque metri dal gradino che si forma tra il mare e la spiaggia.
    Vincerà la squadra che si sarà fatta spostare di meno dalle onde. Tutti furono d’accordo e, felici di dimostrare il loro coraggio davanti ai ruggiti del mare, si avviarono sul bagnasciuga. 
    Nell’intervallo fra un’onda e l’altra riuscirono a mettersi in posizione e, non appena stava per arrivare l’onda successiva, Luigino fece in tempo a dare il via. Dopo essere stati spazzati via dall’onda, stavano cercando di stabilire le posizioni onde poter stilare una classifica prima che arrivasse l’onda successiva. 
    Purtroppo Luigino era scomparso e non c’era verso di trovarlo. I compagni, molto tristi dopo ore di ricerche, abbandonarono la spiaggia e tornarono a casa. Ma Luigino, contrariamente a quanto tutti pensavano, non era morto. Anzi nuotava felicemente in fondo al mare in compagnia di un nuovo amichetto. 
    La storia era andata così: poiché era molto forte, il ragazzo si era ben piantato per terra quando stava per arrivare l’onda. Per cui, al momento del risucchio, lui era ancora molto più vicino a mare rispetto ai suoi compagnetti. Tanto era indietro che il risucchio dell’onda finì per portarlo molto al largo. 
    E fu lì che incontrò il suo nuovo compagno. Si presentarono: ciao io sono Luigino e sono un bambino, io sono Martino e sono un delfino. Per prima cosa il delfino, che la sapeva lunga, disse al bambino: ”Chiedi al cielo di fornirti delle branchie così che possiamo divertirci insieme in piena libertà. 
    Ti spiego io come devi formulare la preghiera” Così Luigino recitò la sua preghiera ed in men che non si dica si ritrovò a nuotare in fondo al mare in compagnia del suo nuovo compagno. Conobbe tantissimi nuovi pesci, di quelli che ancora non si trovano nei libri, e si fece tanti nuovi amici. Un giorno videro che passava sopra di loro un piroscafo. 
    Subito decisero insieme di seguirlo per divertirsi un po’. Arrivarono in superficie e si misero ad inseguire la nave. I passeggeri li salutarono stupiti di vedere nuotare un ragazzo a fianco ad un delfino. Si, avete capito bene, un ragazzo. Infatti Luigino si era tanto divertito in questo nuovo mondo fatto di bellezza, di libertà, di tante sorprese e scoperte, che aveva deciso di non tornare a casa. `Tanto hanno creduto che fossi morto` era stato il suo pensiero. Aveva compiuto quindici anni ed aveva già fatto tante volte il giro del mondo. Aveva conosciuto tanti posti bellissimi visti sia dalla parte dei pesci che dalla parte degli uomini. E si, perché, quando voleva era in grado di uscire dall`acqua ed inserirsi nella vita sociale dei nuovi luoghi che scopriva. Era stato sempre protagonista, dovunque avesse deciso di sbarcare. 
    Aveva fatto l`attore, il clown, il cantastorie pur essendo soltanto un ragazzo. Dovunque andasse diventava un maestro di vita per i giovani, ma anche per i più anziani che non sentivano raccontare da tanto tempo simili entusiasmanti avventure. Raccontava dei luoghi magici che aveva conosciuto. Delle popolazioni più antiche della terra, ancora sconosciute al mondo cosiddetto civile. 
    E di tutti gli insegnamenti che aveva ricevuto da queste popolazioni che generalmente noi definiamo primitive. 
    A vent’anni appena compiuti, un giorno capitò con i suoi amici delfini in un posto meraviglioso. Era un isola a forma di fungo. Intorno al gambo il mare scendeva come una cascata formando una spirale colorata fatta di salti che emettevano luce. Non si vedeva fin dove arrivava il gambo del fungo e dove finiva la cascata. Ad un certo punto la corrente si invertiva e la spirale saliva. Così, tuffandoti dentro di essa, venivi portato in cima al fungo e li, sorpresa delle sorprese, trovavi un mondo fatato. Vide foreste lussureggianti, fiori dai colori mai visti, animali sconosciuti e tante altre meraviglie della natura. 
    Luigino salutò il suo amico dicendogli che andava a visitare questo nuovo posto. Man mano che si inoltrava capì che si trattava di una specie di città. Molto diversa da quelle che conosciamo noi. Il verde, i fiori, i prati e i giardini erano predominanti. Quando entrava in ambienti chiusi, il clima era sempre confortevole e si chiedeva di cosa fossero fatte queste costruzioni. 
    Una cosa capiva: tutto era costruito ad imitazione della natura e percepiva ovunque un`energia vivificante. Una bella differenza rispetto alle nostre città civili e progredite dove le case diventano dei forni d`estate e dei frigoriferi d`inverno. Entrando in un giardino vide una ragazza circondata da bambini. 
    Capì che si trattava di una scuola. I loro occhi si incontrarono. Lo sguardo che si scambiarono fu talmente intenso che Luigino si mise a tremare. Capì in quel momento che la sua vita sarebbe cambiata di nuovo e che le avventure vissute finora erano state soltanto l`inizio.


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