(Ute Ehrhardt)
“Per diminuire la sofferenza del dolore, dobbiamo fare una distinzione cruciale tra il dolore del dolore e il dolore che creiamo dai nostri pensieri sul dolore. La paura, la rabbia, il senso di colpa, la solitudine e l’impotenza sono tutte risposte mentali ed emotive che possono intensificare il dolore.” (Howard Cutler)
Una delle sfide della vita e imparare a governare le proprie emozioni e la paura è una delle peggiori ma, se non si impara, se ne diventa schiavi e ci si ammala.
La stessa cosa vale per il dolore.
Da giovanissimo ho ricevuto due illuminazioni delle quali sono grato a chi me le ha mandate. La prima diceva così:
“ la paura è solo paura. Solo tu gli dai da mangiare per cui continuare ad avere paura è solo una tua scelta.” La seconda invece diceva:
“ è inutile che ti fasci la testa prima di essertela rotta che tradotto significa: è inutile che ti preoccupi di quello che ti può accadere perché altrimenti te lo attiri; quando capiterà ci penserai.”
Questo secondo insegnamento mi ha fatto comprendere che esiste solo il qui e ora e che tutto quello che ci capita siamo noi che lo attiriamo.
Questo non significa che, se smettiamo di alimentare la paura, questa se ne vada. ma la sfida è proprio questa: imparare a conviverci senza darle da mangiare.
E a monte di paura il dolore c’è sempre una profonda svalorizzazione di sé.
Credo che questa non manchi a nessuno e si può manifestare in tanti modi diversi
Per esempio le persone arroganti o i narcisisti sono prima di tutto persone profondamente svalorizzate. Queste non fanno altro che scaricare sugli altri le loro frustrazioni illudendosi in questo modo di sterilizzarle. ma ignorarle, far finta di niente, non fa altro che da loro più potere.
La vita va vissuta non evitata.
Recentemente mi è capitato di vedere i film di Gianna Nannini: ‘sei nell’anima’
Dopo il film ho letto anche il suo libro intitolato: ‘ cazzi miei’.
Emozionanti entrambi…e illuminanti!
Mi ha particolarmente colpito, di questo grande personaggio, una frase che ripete spesso sia nel film che nel libro: Il dolore è obbligatorio, la sofferenza è facoltativa.
Inutile dire che mi ci sono ritrovato e che questo concetto l’ho ripetuto spessissimo nei miei libri.
Il senso è che il dolore (come la paura) è dentro di noi e non possiamo liberarcene però dobbiamo imparare a conviverci senza dargli alcun potere di farci del male.
E questa è la sfida delle sfide: Poiché se vogliamo vivere bene dobbiamo imparare a riconoscere e a governare le nostre emozioni e insegnare loro chi comanda e governa la macchina.
Ma per fare questo la sfida è viverle totalmente nel bene e nel male.
Solo il dolore vissuto diventa trasformativo altrimenti lo facciamo diventare sofferenza e ne diventiamo vittime. E lo stesso vale per la paura.
La fuga è inutile.
C’è una frase che dice:
C'è chi si gode la vita, c'è chi la soffre, invece noi la combattiamo. (Antico detto degli Urca siberiani)
Un’altra invece dice:
‘Nessuno può possedere più di quanto il suo cuore possa amare.’ (Nicolai Lilin)
Non ho scelto a caso questa frase che ascoltai la prima volta nel film ‘Educazione siberiana’ di Gabriele Salvatores. Si, perché tutto ciò che possediamo sta nel nostro cuore e tutto ciò che possediamo non è altro che ciò che siamo in questo preciso istante.
Quello che non riusciamo ad amare ci si rivolge contro sia nei riguardi di noi stessi sia nei riguardi del mondo esterno e delle persone con cui ci relazioniamo.
Il dolore e la paura bisogna imparare ad amarli perché non sono nostri nemici ma le nostre guide più importanti.
Se abbiamo cattive relazioni e siamo arrabbiati col mondo è perché proiettiamo su sugli altri la nostra paura e il nostro dolore.
Potete trovare i libri qui o presso queste librerie:
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