
Perchè questo libro
Perché questo libro? Bella domanda!
Mi crederesti se ti dicessi che, forse, non lo so nemmeno io?
C’è qualcosa dentro di me che mi spinge a scrivere. In questa spinta c’è anche un po’ di rabbia, non so che tipo di rabbia. Forse una consapevolezza inconscia di quante volte, e mi ci metto anch’io, l’uomo sia stupido.
Abbiamo la felicità dentro di noi e non facciamo niente per scoprirla; anzi, facciamo tutto il contrario: andiamo a cer-carla fuori di noi, dove non può esistere.
Pensa all’anima gemella o alla fiamma gemella. O a quelli che cercano la relazione perfetta. Dove la vanno cercando? Perché la cercano?
Penso che lo facciano per riempire i loro vuoti interiori. Tutti hanno un bisogno istintivo di colmare i propri vuoti, i bi-sogni emotivi insoddisfatti, che spesso sono così debilitanti da togliere il fiato se non la voglia di vivere.
Ma non riempirai mai i tuoi vuoti cercando fuori di te.
Esistono soluzioni a questi vuoti esistenziali?
Le soluzioni esistono sempre e sono quelle che ci arricchi-scono, che ci avvicinano alla vera felicità, che non è quella ef-fimera di possedere qualcosa che non ci appartiene e che non ci gratifica, ma quella molto più semplice e al tempo stesso costosa e difficile da raggiungere e che abbiamo già dentro di noi.
Come fare per trovarla?
Come si dice, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Non basta comprenderlo, piuttosto bisogna agire. Come facciamo ad attraversare questo mare?
E cosa c’è al di là del mare?
Esiste davvero la felicità? Lo stare bene, essere nella gioia, vivere l’amore, sentire il piacere di vivere e di creare, togliersi le soddisfazioni più belle, incontrare e realizzare i propri sogni, vivere in armonia con tutto e tutti. Dicevo: come attraversare questo mare?
E cosa ci aspetta nella traversata? Tempeste, animali gi-ganteschi e feroci, rocce affioranti che potrebbero farci af-fondare per sempre?
Comunque il mare va attraversato.
Altrimenti rimaniamo fermi e questo non ci rende felici.
Tuttavia preferisco inventare un'altra metafora.
Immagina che la felicità sia un luogo che esiste, qualcosa che è già dentro di te. Quel luogo è il tuo centro; quando lo raggiungi, capita saltuariamente, trovi la vera gioia, l’appagamento, ti senti da dio, piena di energia e di voglia di fare. Sta tutto lì. E non è lontano. Per raggiungerlo devi rag-giungere te stessa.
Devi amarti per diventare ciò che sei già.
Ma, allora, ti chiederai: “Come faccio a trovare questo luogo?”
Proviamo a improvvisare. Immagina che questo luogo sia un castello dove la tua felicità è imprigionata da spesse mura e da un esercito di sentinelle.
È chiaro che sei tu che la tieni prigioniera questa felicità, solo tu.