0 Perchè questo libro
Quello che per un uomo è “magia”, per un altro è ingegneria. “Sovrannaturale” è una parola inconsistente

(Robert Anson Heinlein)

Perchè questo libro

Perchè questo libro

Perché questo libro? Bella domanda!

Mi crederesti se ti dicessi che, forse, non lo so nemmeno io?

C’è qualcosa dentro di me che mi spinge a scrivere. In questa spinta c’è anche un po’ di rabbia, non so che tipo di rabbia. Forse una consapevolezza inconscia di quante volte, e mi ci metto anch’io, l’uomo sia stupido.

Abbiamo la felicità dentro di noi e non facciamo niente per scoprirla; anzi, facciamo tutto il contrario: andiamo a cer-carla fuori di noi, dove non può esistere.

Pensa all’anima gemella o alla fiamma gemella. O a quelli che cercano la relazione perfetta. Dove la vanno cercando? Perché la cercano?

Penso che lo facciano per riempire i loro vuoti interiori. Tutti hanno un bisogno istintivo di colmare i propri vuoti, i bi-sogni emotivi insoddisfatti, che spesso sono così debilitanti da togliere il fiato se non la voglia di vivere.

Ma non riempirai mai i tuoi vuoti cercando fuori di te.

Esistono soluzioni a questi vuoti esistenziali?

Le soluzioni esistono sempre e sono quelle che ci arricchi-scono, che ci avvicinano alla vera felicità, che non è quella ef-fimera di possedere qualcosa che non ci appartiene e che non ci gratifica, ma quella molto più semplice e al tempo stesso costosa e difficile da raggiungere e che abbiamo già dentro di noi.

Come fare per trovarla?

Come si dice, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Non basta comprenderlo, piuttosto bisogna agire. Come facciamo ad attraversare questo mare?

E cosa c’è al di là del mare?

Esiste davvero la felicità? Lo stare bene, essere nella gioia, vivere l’amore, sentire il piacere di vivere e di creare, togliersi le soddisfazioni più belle, incontrare e realizzare i propri sogni, vivere in armonia con tutto e tutti. Dicevo: come attraversare questo mare?

E cosa ci aspetta nella traversata? Tempeste, animali gi-ganteschi e feroci, rocce affioranti che potrebbero farci af-fondare per sempre?

Comunque il mare va attraversato.

Altrimenti rimaniamo fermi e questo non ci rende felici.

Tuttavia preferisco inventare un'altra metafora.

Immagina che la felicità sia un luogo che esiste, qualcosa che è già dentro di te. Quel luogo è il tuo centro; quando lo raggiungi, capita saltuariamente, trovi la vera gioia, l’appagamento, ti senti da dio, piena di energia e di voglia di fare. Sta tutto lì. E non è lontano. Per raggiungerlo devi rag-giungere te stessa.


Devi amarti per diventare ciò che sei già.

Ma, allora, ti chiederai: “Come faccio a trovare questo luogo?”


Proviamo a improvvisare. Immagina che questo luogo sia un castello dove la tua felicità è imprigionata da spesse mura e da un esercito di sentinelle.

È chiaro che sei tu che la tieni prigioniera questa felicità, solo tu.


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