Glossario

Alla fine del libro trovate un piccolo glossario

Attenzione su di sé

Possiamo definirla anche presenza mentale. Significa essere sempre concentrati sull’azione, su ciò che si sta facendo. È il qui e ora vissuto in totale presenza e nella consapevolezza che non esiste nient’altro oltre questo. In questo momento è concentrata tutta l’eternità. L’uscire dall’attenzione su di sé, dal qui e ora, dalla presenza mentale vigile è la causa di tutti i nostri guai e può provocare incidenti, ci mantiene in stati emotivi disturbanti e, in generale, è l’espressione del male di vivere.

La perenne, costante, continua e, a volte inconscia preoccupazione per il futuro è un inutile dispendio di energia; è una delle più grandi forme di egoismo che possiamo esercitare su noi stessi e su chi ci sta vicino! Immaginate una mamma perennemente preoccupata, cosa può trasmettere a un bambino piccolo? Le preoccupazioni, non dimenticatelo, diventano una porta spalancata verso le lamentele, un rubinetto inesauribile di energie negative e disarmoniche. Cosa vi possono attirare di buono le preoccupazioni? Quindi ricordate: siate sempre presenti e concentrati sull’azione. Qualsiasi dubbio sull’esito dell’azione vanifica il risultato. Questa dinamica è molto chiara nell’arcano del carro.

In positivo vi voglio fare un esempio. Mio padre, grande bridgista, quando a noi giovani insegnava questo gioco, ci raccomandava ripetendocelo spesso: “Ricordate, tutta l’arte che imparate non serve a niente senza la presenza al tavolo.”

Se ci pensiamo, la mancanza di presenza non è forse quella cosa che ci impedisce di fare tesoro di ciò che, in quel momento, stiamo sperimentando? Senza l’attenzione su di sé siamo praticamente addormentati. Chiunque ci può ipnotizzare e indottrinare se non siamo pronti a reagire con la presenza mentale, rischiamo veramente di diventare dipendenti e succubi di tutto ciò che ci sta attorno, emozioni comprese. Chi non allena la presenza mentale non può costruire il suo IO materiale e, di conseguenza, può dimenticarsi la costruzione del Sé spirituale. Chi non si accorge di non esistere non può costruire niente.

Consapevolezza

È una conseguenza dell’attenzione su di sé ed è il contrario del pilota automatico. Se io faccio tutto meccanicamente, diciamo come un robot, perché sono diventato un’abitudine, più che un uomo cosciente di sé e di ciò che fa, ecco, allora la mia consapevolezza è zero.
Il problema dei problemi è che questo confine tra la presenza cosciente e automatismo ha diverse gradazioni legate anche allo sviluppo in età e alla formazione completa delle onde beta mature. Ecco perché la consapevolezza di sé aumenta con l’aumentare dell’età anche se non è vero per tutti. I bambini sono puro istinto, non interpretano e non fanno strategie, sono giustamente egoisti perché stanno costruendo la loro individualità e non ne sono coscienti.
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Coscienza

Dalla consapevolezza alla coscienza il passo è breve. Se lavoriamo nell’accrescere la nostra consapevolezza, ci rendiamo conto che noi siamo pura coscienza, cioè pura presenza e torniamo alla presenza mentale. La mente non è altro che uno strumento che ci fa interpretare ciò che percepisce la coscienza. Il passo successivo è farsi la domanda: ma se io sono pura coscienza, cos’è la realtà che vedo e percepisco dentro e fuori di me? Questo è appunto il percorso che dobbiamo fare. Solo così ognuno potrà rispondere a queste domande. Stiamo attenti a non rinchiuderci in recinti di falsa sicurezza. La realtà è mutevole e impermanente.

Libertà

La libertà non dipende da ciò che accade intorno a te ma da come e cosa vivi all’interno della tua coscienza.

La vera libertà è la capacità di essere se stessi, di essere ciò che si è veramente in qualunque situazione.


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