Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa

(Antonio Gramsci)

Colloquio con un amico diabetico

Dialogo sui vissuti emozionali di un amico diabetico di tipo 1

 

G. Ho visto quello che hai mandato ( https://www.gmontaldo.it/nuovo/?/12 ). Opposizione cellule beta del pancreas che sono quelle che provvedono alla produzione di insulina.

 

IO. Il sistema immunitario le distrugge e così nasce il diabete di tipo 1. Ti torna?

 

G. Dunque per quanto riguarda il diabete ho dei problemi sul lato cellula = madre ... Proprio qui si legge la lateralità, ovvero lato maschile diabete opporre resistenza. Infatti ho carenza di insulina. Oppongo in maniera forte. Mi fecero in passato una prova di opporre resistenza e non lasciare andare

 

IO. Tieni conto che il diabete di tipo 1 è autoimmune. Dovresti indagare sulle tue cellule beta.

 

G. Quindi secondo il mio corpo e secondo questa foto è più conflitto del padre ... Mi tornano in mente alcuni fatti di litigio con il padre molto pesante.

 

IO. Si certo. Poi ogni caso è diverso. Ci sono sempre mille sfumature

 

G. Infatti di tipo 1 dovrebbe essere il mio. Quindi ho troppi episodi iperglicemici e meno ipoglicemici.

 

IO. Certo. Hai molti episodi?

 

G. Ultimamente si. È incontrollabile. Rivivo ancora prima di diventare diabetico alcune scene di impotenza, non riesco a essere forte. Mi arrabbio forte ma non vinco.

 

IO. Infatti. Opposizione e guerra significa non accettazione. Credo che tu, per guarire, prima devi accettare e quindi perdonare. Prima di tutto te stesso.

 

G. Si. Anni fa feci una meditazione autoipnosi e proprio lì scoprii delle scene rimosse in cui rappresentavano la lotta e in quel momento il mio corpo ha vibrato e avevo capito che era impotenza o opporre resistenza in quanto non accettabile. Impotenza di affrontare una opposizione.

 

IO. Alla base c'è la mancanza di riconoscimento con tale svalorizzazione. Quindi forse combatti per dimostrare a te stesso che ce la fai.

 

G. Esatto 😭 Mi hai colpito 🙃

 

IO. Ti accorgerai che devi perdonare te stesso! Sarà una liberazione catartica!  

 

G. Nella prossima Costellazione (da tempo la penso) vorrei provare la mia figura davanti perché sono molto arrabbiato ... Anche se la psicoterapeuta mi disse e disse disse 'non sai la tua rabbia', mi fece l'esempio della spada, il saper usare la spada; se la prendi e ti cade in terra significa che ti arrabbi forte senza controllo. Poi spesso mi dicono che ho troppo orgoglio. Quindi rifletto sulle figure e aggettivi da inserire nella prossima Costellazione ... La sento molto forte questa cosa ... Figure di orgoglio, perdono e confronto con me stesso

 

IO. La differenza tra combattere e perseverare è molto sottile. È giusto perseverare e riuscire a combattere ma non servire. Perchè continui a combattere contro lo stesso in quanto non ti ritieni 'adeguato'. E tutto nasce sempre dal valore che non 'senti'. Ma, ricorda, è solo una memoria! Ti stai sempre sfidando per dimostrare che ce la fai. Ma questo ti logora. La parola d'ordine è sempre: 'lasciare andare'

 

G. Poi ricordo ancora episodi alle scuole medie dei miei compagni maschi volevano fare una bella scuola di nascosto una sorta di lotta, di 'braccio di ferro' quindi doposcuola dei gruppi maschi si riunivano per lottare singolarmente con uno più forte, quindi a turno ogni giorno. Fino a che non è toccato a me, quel giorno feci il disertore, quindi dissi "lasciatemi stare non sono interessato", e penso che questo abbia notato un segno debole alla forza (come dire perdi punti alla forza e incoraggi l'opposizione reggere), così anche quando feci sport judo successero le stesse identiche situazioni ma sugli esercizi odiavo perdere e allora perdevo e svalutavo il mio essere. Mi si sta aprendo un'emozione

 

IO. Bene! Può alleggerirti se la lasci scorrere

 

G. Mi sento leggero adesso. Sto piangendo ...

 

IO. Si. Lasciare sempre uscire quello che deve uscire! È importante!

 

G. Una sorta di Don Chisciotte. Combattevo contro i mulini a vento. Pensa che feci un ruolo nel Don Chisciotte a Paulilatino e in giro per l'Italia, ho recitato il ruolo di Sancho Panza ... Nulla è per caso.

 

IO. Già ... bellissimo.

 

G. Ora comprende il ruolo. Non combattere contro i mulini. Potrebbe essere un titolo per farlo comprendere meglio.

 

IO. Si. come l'elica della barca che entra in cavitazione (come girare a vuoto). Quando l'elica pesca l'acqua viene utilizzata e non si muove. O la ruota della macchina che gira a vuoto nel fango.

 

G. Incredibile! Allora anche il chiodo nella ruota che ho beccato venerdì e mi ha portato fino a casa da Ravenna? Va beh senza parole. Se stacco il chiodo è come dire lasci andare.

 

IO. Chiodo fisso. Sinchè non riesci a lasciare andare. Probabilmente risenti anche del bisogno di vincere. Ricordati che nella vita non si vince e non si perde. Significa uscire dalla polarità. Tutto è perfetto ---> accettazione

 

G. Wow! Beccato in pieno. E guardandomi allo specchio ascolta la parola ACCETTAZIONE. Ancor prima che mi scrivessi questo

 

IO. Ne fai meditazione?

 

G. Solo adesso lo sto riprendendo ... Fino a poco fa ero in piena rabbia. Finché non ho letto questo messaggio e mi si è sbloccato tutto. Quasi un risveglio

 

IO. Provaci ... vedrai le cose cambiare ... ma ci vuole perseveranza e fede! E sopratutto sta in contatto col tuo subconscio ... anche se ti arriva memoria non piacevoli ... piano piano si dissolvono

 

G. Devo farlo .... Da diverso tempo che ci penso ... E il primo pensiero è stato la madre del mio compagno. L'affronto in maniera brusca molte settimane fa di non intromettersi e di lasciare in pace il figlio. È molto bigotta.

 

IO. Bella sfida! La diversità e la normalità! Fa parte del tuo percorso. ieri ho letto in un sito che una delle caratteristiche del diabete è l'oscillazione su-giù. Glicemia sù-glicemia giù.

 

G. Si proprio così

 

IO. Solo l'idea provoca stress. A monte c'è sempre la sfida della paura! La paura ti costringe a lavorare al livello più alto: quello spirituale. Affidandosi al tutto. Niente ci può succedere. È tutto un gioco !!! Non cercare il ragionamento. Ascolta i tuoi 'dolori emotivi' definiti in gergo 'risentiti' senza giudizio. Entrare in contatto con le emozioni; questo è liberatorio. Con molta delicatezza però; cioè senza giudizi di valore di nessun tipo.

 

G. Si

 

IO. Il ragionamento ci porta a cercare sempre una sorta di quadratura, di conferma, di giusto-sbagliato, di vincere-perdere. Ma questo è proprio quello che ci frega. Bisogna uscire da queste polarità perché siamo sempre in conflitto

 

G. Il giudizio è quello che non mi riguarda riguardo. Ecco chiarissimo! Esatto perchè poi ce lo rivolgiamo contro. Io dovrei avere l'8 ma nei numeri secondari

 

Tra equilibrio (10) e relazione sociale (16) 26 -> 8 Giusto?

 

IO. Si. L'8 è quello che ti mette in equilibrio sia il nido sia il sociale ma ricorda che la torre è la casa Dio. Devi riconoscerti a livello divino. Questa è la tua sfida. Ti ricordi il libro all'ultimo capitolo?

https://www.gmontaldo.it/nuovo/?/archetipi_guarigione/malattia_guarigione/autoimmuni/30

 

G. Anche questo verissimo ho un conflitto perenne con il divino 😱

 

IO. Perchè sei incazzato. Ma è qui che devi trovare il senso. Tutte le sofferenze servono a farci capire che alla fine non possiamo essere cose prive di senso.

 

 

Senti questo pensiero del grande Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov

«La vera forza di un essere umano non consiste nell'indurirsi per non provare sofferenza in mezzo alle prove. La sua vera forza consiste nel poter accettare le sofferenze nella chiarezza, nell'abnegazione, e soprattutto nella pace e nell'unità dello spirito. Per chi attraversa grandi prove, la sensazione più terribile è quella di essere completamente abbandonato, e tutti, almeno una volta nella vita, è dato di conoscenza. Ma questa sensazione di abbandono, per quanto dolorosa, è necessaria, poiché obbliga ad avanzare sul cammino spirituale. Finché si vive negli agi, soddisfatti e circondati dagli amici, non ci si può elevare fino alle verità dell'anima e dello spirito; per scoprire l'essenziale, si deve essere costretti e sentirsi soli, privi di ogni sostegno. In realtà nessun essere viene abbandonato nel vero senso del termine. Anche quando dobbiamo attraversare le prove più terribili, siamo circondati da entità luminose che ci parlano e vegliano su di noi. La solitudine non esiste, non è uno stato di coscienza passeggero, e per superare il più rapidamente possibile racconto stato di coscienza, non dobbiamo mai dubitare dell'Essere che sostiene tutti i mondi. »     

Omraam Mikhaël Aïvanhov



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