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......L’Eremita ricominciò a parlare:
"Nel nostro ultimo incontro mi avete chiesto che cosa è il raggio del cuore. Bene, è giunto il momento di parlarne.
Ascoltatemi bene. Quello che sto per dirvi è molto importante. È allo stesso tempo la base e lo scopo della vita e dell’esistenza.
Noi siamo pura essenza divina che può percepire se stessa attraverso la coscienza. Questa coscienza è come una serie di cerchi concentrici il cui raggio tende all’infinito. All’alba della vita questo raggio è piccolissimo. L’uomo primordiale, come il bambino appena nato, ha confini limitati.
Man mano che l’umanità si evolve e il bambino cresce, questi confini si allargano e l’uomo conosce e percepisce una realtà sempre più ampia. Fa esperienza della vita che sta intorno a lui e la trasforma in conoscenza per se stesso ma anche per quelli che verranno dopo di lui. E i confini crescono sempre di più.
Questi confini misurano il raggio del tuo cuore. Man mano che questi confini si ampliano, aumenta la nostra percezione del divino. La parola percezione non è adeguata ad esprimere questi stati d’animo. Che avvengono nella nostra parte più profonda. Possono essere esperienze di estasi, di piacere e di benessere, di espansioni del cuore. E tutto ciò accade in situazioni particolari nelle quali ci accorgiamo che siamo entrati in un diverso stato di coscienza.
Il raggio del cuore, quindi, si allunga e si accorcia ciclicamente ma tende ad ampliarsi man mano che entriamo in questi stati. Così ci evolviamo; prendendo consapevolezza di vivere esperienze che ampliano la nostra coscienza portandoci in mondi sconosciuti.
Più è grande il raggio del nostro cuore, più siamo capaci di amore incondizionato.
Ma c’è di più: l’ampliamento del raggio del cuore ci porta a vivere in maniera totale, olistica. Ciò significa che impariamo a vivere tutti i nostri stati di coscienza in maniera totale ed equilibrata.
Il pensiero di Omraam Mikhaël Aïvanhov del 23 agosto 2019
« La felicità è un dono del cuore. Per essere felici è necessario allargare il proprio cuore, e allargarlo fino all'infinito per abbracciare l'universo intero. È l'amore che apre la via della felicità: sì, l'amore, non la scienza né la filosofia. Coloro che sanno molto non necessariamente trovano la felicità, e lo si vede; mentre invece, coloro che non sanno gran che, ma che hanno un cuore grande, si sentono felici.
Il Creatore ha posto la felicità nel cuore, non nell'intelletto. La scienza e la saggezza possono solo preparare il cammino, orientare, illuminare. Per essere felici bisogna amare, ma avendo come guida la saggezza, in modo da sapere a quali esseri e a quali imprese dare il proprio amore, altrimenti si va incontro alle peggiori delusioni e si sarà molto infelici. L'amore e la saggezza sono dunque legati tra loro. La saggezza mostra all'amore come illuminarsi, e l'amore mostra alla saggezza come riscaldarsi... »
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Vive a Cagliari