La metafora dell'iceberg

La metafora dell'iceberg

La sfida è riconoscere se sei tu che guidi la tua nave o se hai lasciato il timone a qualcun altro. Comunque tranquillizzati. La maggior parte delle volte mettiamo il pilota automatico e deleghiamo tutto senza neanche rendercene conto. Deleghiamo a chi? Al nostro cerevello emozionale che prende il controllo quando non riusciamo a gestire l'emozione

Le tue memorie e i tuoi conflitti emotivi prendono spesso il timone.

La cosa più brutta è che non ce accorgiamo.
E pensiamo di essere noi a guidare.
 Si chiama identificazione.

Se ce ne accorgiamo e cominciamo a esserne consapevoli si ha lo scarico emozionale e ricevendo una spinta dal basso (la nostra parte nascosta) facciamo emergere quelle cose che non riuscivamo – o non volevamo – vedere.

Se invece non ce ne accorgiamo il carico emozionale fa affondare ancora di più l’iceberg e la parte nascosta aumenta facendoci diventare sempre di più inconsapevoli.

Questa è l’origine della malattia la quale arriva perché non abbiamo voluto decodificare il messaggio.

Facciamo degli esempi.

Le credenze familiari:

Estremizzando un po’; siamo spesso incavolati neri coi nostri genitori ma ripetiamo scimmiescamente tutto quello che facevano loro. È una sorta di lealtà occulta che condiziona la nostra libertà e la nostra evoluzione. E questo avviene perché queste credenze e abitudini che si ripetono non riusciamo proprio a vederle. Altrimenti sarebbe più facile lasciarle andare assieme ai nostri genitori.

E sarebbe più facile per noi andare per la nostra strada.


Come si fa?

Ci sono tanti metodi ma non è questa la sede.


Un altro esempio. Le relazioni:

Perché ripetiamo sempre gli stessi schemi?

Perché le nostre aspettative inconsce ci pilotano senza che riusciamo ad accorgercene. La paura di essere abbondonati crea l’aspettativa-bisogno di sentirsi amati. Questa aspettativa ci rende ciechi davanti al partner che fa l’esatto contrario cioè non ci ama proprio. Ma noi restiamo ciechi e illusi. Se non riconosciamo questa dinamica ripeteremo all’infinito delle relazioni-fotocopia.


In questo grafico ci sono altri aspetti che ci insegnano tante cose.

Prendiamo le onde cerebrali.

La onde beta sono le onde più veloci. Sono le onde del pensiero razionale. E queste onde ci consentono il discernimento e la comprensione. Per cui, se stiamo a contatto con le emozioni dolorose, possiamo consapevolizzare il conflitto che ci sta dietro e così possiamo guarire.

Le onde beta mature, cioè quelle più veloci, le raggiungiamo dopo l’adolescenza. Durante la nostra crescita i nostri stadi di percezione sono diversi.

Al momento del concepimento viviamo le onde theta più basse. Questo significa che tutti gli impatti emozionali che ci arrivano lasciano un solco profondo dentro di noi e questo accade perché ci manca la comprensione beta. In questo modo si iscrive dentro di noi una memoria che dovremo decodificare da adulti.

Per chi volesse approfondire:

Le chiavi della malattia di Joaquín Grau. (https://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-chiavi-della-malattia-libro.php?pn=87)

 

La potenza della nostra mente

Ma c’è un altro aspetto importante sulla nostra capacità di comprensione beta:

Secondo le scoperte della terapia Anateoresi Il nostro cervello si evolve con l’età.

Un bambino è incapace di emettere onde beta mature e per questo è più suggestionabile e condizionabile.

Ma io ritengo - me lo dice l’esperienza – che gli uomini man mano che si evolvono riescono ad emettere onde beta sempre più veloci.
 Ma, superato un certo limite, le onde beta vengono definite dalle neuroscienze onde gamma.

Insomma il nostro cervello diventa sempre più potente.

Purtroppo questa potenza possiamo usarle per farci del male o per farci del bene.

Se abbiamo forti memorie conflittuali il nostro cervello può rivolgere il suo potere contro noi stessi. Ed è esattamente quello che facciamo quando ci procuriamo le malattie autoimmuni.

Come ho scritto in altri articoli queste malattie hanno origine dalla mancanza e incapacità di riconoscere e definire i nostri confini e i nostri limiti.

Insomma non distinguiamo gli amici dai nemici. Le conseguenze sono evidenti: il nostro sistema immunitario attacca le cellule sane per lo stesso motivo; cioè non le riconosce come sane quindi amiche.

Le persone molto conflittuali, a causa di pesanti memorie emotive, vedono nemici dappertutto o questi nemici se li fabbricano nella mente. Quindi le cellule sane diventano i nemici da sconfiggere.

Le conseguenze sono ovvie.


Ecco perché è importante comprendere questo grafico.

Ci aiuta a capire come funzioniamo.

Il lavoro su di sé è fondamentale come vera prevenzione delle malattie.

La prevenzione che invece ci invita a fare le analisi, mi viene difficile definirla prevenzione.

È una giusta misura di controllo perché posso individuare una patologia all’inizio ma, generalmente, se mi serve a scoprire che sono già malato che razza di prevenzione è?

E questo senza entrare nel merito del fatto che molte volte le analisi trovano malattie anche dove non ce ne sono.

Quindi rammenta sempre: tu sei il malato non la malattia.

Se vuoi guarire cura l’anima prima del corpo.
 Ma allo stesso tempo prenditi sempre cura del tuo corpo.

 


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