Non potranno mentire in eterno. Dovranno pur rispondere, prima o poi, alla ragione con la ragione, alle idee con le idee, al sentimento col sentimento. E allora taceranno: il loro castello di ricatti, di violenze, di menzogne crollerà.

(Pier Paolo Pasolini)

Malattie autoimmuni e riconoscimento

Circa 10 anni fa una mia amica mi disse:

“Non hai bisogno di prendere farmaci; impara a rilassarlo da solo quell’organo.”

      Sinceramente rimasi sorpreso. Non avevo idea di come si potesse fare a rilassare un organo specifico che presentava dei problemi.

      Il farmaco aveva il compito di rilassare l’organo perché in questo modo gli faceva riacquistare la funzionalità perduta.

      Dopo un po’ di tempo smisi comunque di prendere il farmaco perché, mi accorsi, non aveva nemmeno l’effetto per cui lo prendevo. E gli effetti collaterali cominciavo a percepirli.

      Anche perché, oltre gli effetti collaterali più specificatamente fisici, altri erano quelli che mi avevano spaventato.

      Una sensazione di confusione difficile da spiegare. Non era una confusione mentale. C’era anche quella ma era qualcosa di più. Era come se non mi trovassi. Come se fossi uscito da me stesso o come se qualcun altro, che non ero io, si fosse affiancato a me e facesse cose che non gli spettavano!

Insomma, per farla breve, facevo fatica a riconoscermi, a ritrovarmi.

      Quando un’emozione ci prende e comincia a destabilizzarci succede qualcosa di simile. Entriamo in una sorta di limbo e ci accorgiamo che qualcun altro ha preso il controllo e succede che, in quei frangenti, se l’emozione è forte, ci sentiamo completamente perduti.

      In queste situazioni è importante mantenere l’attenzione su noi stessi e su ciò che ci sta succedendo.

      È importante vincere la paura, che ci farebbe perdere ancora di più la presenza.

      Più precisamente penso che la paura non è qualcosa che si possa vincere. Il segreto è imparare a conviversi e lo stesso vale per l’emozione che ci sta destabilizzando. Osserviamo questa come se fosse qualcosa di esterno a noi e cerchiamo di mantenere l’attenzione su noi stessi.

      Da allora, a parte una sola volta di cui subito mi pentii, smisi di prendere farmaci e mi rivolsi, oltre ai medici quando necessario, ad altri tipi di terapeuti e scoprii altre possibilità di guarigione.

      La ricerca mi appassionò tanto che alla fine mi iscrissi alla scuola di naturopatia e presi il diploma.

      Da allora la mia vita è cambiata tanto che mi azzardo a cercare di definire il profondo significato della parola ‘riconoscimento’

      Vorrei partire da una frase del mio libro nel capitolo in cui parlo dei corpi sottili dell’uomo. Riguardo al quinto corpo, il manas scrivo:

      “In tutte quelle famiglie in cui il padre riconosce il figlio dandogli il suo nome avviene un atto sacro. Cerchiamo di capire il significato di questo atto: il padre si riconosce nel figlio ed il figlio si riconosce nel padre. Cosa rappresenta nella vita il riconoscimento del padre?
Rappresenta tutto.
Se nostro padre ci ha riconosciuto pienamente ed incondizionatamente noi abbiamo il nostro posto nel mondo; sappiamo chi siamo e sappiamo di avere pieno diritto di esistenza; sappiamo di essere parte di una famiglia e questo ci dà una grande forza. Adesso proiettiamo il discorso al di fuori della famiglia fino ad arrivare al momento in cui questo riconoscimento ci viene dato da Dio. È chiaro che non è Dio che ci dà questo riconoscimento ma siamo noi che lo diamo a noi stessi quando riconosciamo dentro di noi la nostra essenza divina. Allo stesso tempo il nome ci identifica e ci distingue da tutti gli altri.”

      Ecco. Questo è per me il significa profondo della parola ‘riconoscimento’

      E infatti la mancanza di riconoscimento, che avviene a vari livelli, ci porta parecchie conseguenze negative nella nostra vita come disagio esistenziale, ansia preoccupazioni e queste cose prima o poi si trasformano in malattia.

      E l’unico modo che abbiamo per tornare alla guarigione è fare il percorso inverso.

      Ma quali sono questi livelli?

      Semplice. Questi livelli si riflettono sulle nostre diverse nature:


  1. - Spirituale
  2. - Mentale
  3. - Emozionale
  4. - Fisica

Per cui è importante lavorare sul nostro riconoscimento a tutti i livelli i quali, ovviamente, non lavorano mai separati ma comunicano fra loro influenzandosi reciprocamente.

      Ma la gerarchia è importante!

      Se vogliamo una guarigione completa e totale da qualsiasi malattia fisica, psichica e spirituale, dobbiamo partire dal livello più alto (vedi il principio di corrispondenza)

      Leggiamo cosa scrive Maria Pusceddu, biologa, psicologa specializzata in psicoterapia a indirizzo psicosomatico e di scuola junghiana, nel suo libro ‘ Il corpo racconta psicosomatica e archetipo’ a proposito delle malattie autoimmuni:

      “[…] non evidenziandosi una precisa causa biologica in grado di spiegare la mutazione patologica (livello fisico) della funzione immunitaria la ‘ragione’ della malattia si celi nella psiche del soggetto (livello psico-mentale) … In questo senso la malattia è un DISCONOSCIMENTO DI SÉ sul piano biologico e quindi dovremmo attenderci che qualcosa di analogo sia avvenuto sul piano psichico. Se il sistema immunitario ci dice che, a livello biologico, non è possibile riconoscere l’altro se non si RICONOSCE prima di tutto se stesso […]”

      La conclusione è che una delle cause delle malattie autoimmuni è la mancanza di riconoscimento di sé.

      Questa mancanza di riconoscimento nella vita di tutti i giorni può manifestarsi in tanti modi diversi.

      Per esempio:

  1. - L’incapacità di stabilire i confini tra noi stessi e gli altri e di conseguenza siamo invadenti o ci facciamo invadere.
  2. - Viviamo la vita degli altri anziché la nostra
  3. - Stiamo sempre cercando il riconoscimento all’esterno proprio perché non riasciamo a trovarlo all’interno di noi stessi

      Il riconoscimento ci viene dal padre per cui è importante lavorare su questo vissuto emozionale.

      Ma, se dobbiamo partire dal livello più elevato, è importante lavorare sul riconoscimento spirituale e quindi imparare a rispondere alle domande: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo.

      E la strada maestra è sempre il detto:

      “Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli dei”

 

 

 

     


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