inconsapevole condizionamento dei figli
Federico N. Montecucco01-02-2022
Tempo di lettura: 2 minuti
Se usi la tua mente per studiare la realtà, non capirai né la tua mente né la tua realtà. Se studi la realtà senza usare la tua mente, capirai entrambi

(Bodhidharma)

I genitori inconsapevoli del Sè

Le nostre ricerche mostrano quindi, sul piano famigliare, come i genitori con un alto livello di consapevolezza trasmettano al figlio messaggi verbali, empatici e “neuropsichici”che facilitano la coscienza di Sé e la coerenza EEG, generando uno stato di unità e integrità psicosomatica che favorisce stati di benessere e salute. Per contro i genitori con un’attitudine meno sensibile, che non hanno coscienza di sé, non solo, ovviamente, non la trasmettono, ma di fatto inducono l’inibizione del sé del figlio, compromettendo la sua integrità psicologica e la sua salute globale.

Ma quali sono i comportamenti tipici delle due modalità educative?

La tipologia più comune di genitori, quelli senza una reale coscienza di Sé, tende a procreare per motivi più istintivi o esteriori:
  • “ci si deve sposare e fare figli”,
  • “la nonna voleva tanto un nipotino”,
  • “il padre voleva un erede”,
  • “un figlio cementerà la nostra unione”,
  • “un figlio mi aiuterà a dare senso alla mia vita”.
La madre in gravidanza tende a considerare il bimbo come una parte del proprio corpo, preoccupandosi più delle cose pratiche e mediche che non del “lui” o della “lei” che c’è già dentro.

Proprio perché non percepiscono l’anima (anche se ufficialmente possono essere molto religiosi) i genitori considerano il bimbo senza una sua propria individualità e coscienza, ma come un prodotto della propria genetica, da cui le tipiche frasi:

  • "ti ho fatto io",
  • "sei la mia vita",
  • "assomigli tutto a me",

Spesso gli viene dato il nome di un nonno o di una nonna (per gratitudine!). Il bimbo diventa una sorta di clone del modello genitoriale, che deve diventare quello che i genitori sono riusciti o avrebbero voluto essere.

Aspettative, proiezioni, ambizioni ma anche sfiducie, delegittimazioni, critiche, se il bimbo non realizza le attese. È la base dell’”amore condizionato”: “ti amo se fai il bravo!” o “”sei stato cattivo e la mamma non ti vuole più bene”, “se sei mio figlio devi fare come dico io”. Il bimbo cresce con molto “super io”, molti giudizi e condizionamenti su come “deve” o “non deve” essere, con molta attenzione per quello che pensano gli altri e con poca (o nulla) percezione di Sé e dei propri veri bisogni e sentimenti, senza un “centro di gravità permanente” che gli dia stabilità interiore e integrità per realizzarsi nella vita. Spesso farà una vita mediocre, in linea con quello che i genitori avevano in qualche modo prestabilito per lui.


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