Dolore e sofferenza II

Come ho già scritto altre volte c’è una sostanziale differenza tra dolore e sofferenza.

 

Il dolore è qualcosa che ci appartiene; è profondamente radicato in noi; è qualcosa che abbiamo ereditato, non possiamo far finta che non esista anzi è proprio ciò su cui siamo chiamati a lavorare.

Qualcuno si chiederà: ma come faccio a distinguerli? È molto semplice: entra nel dolore quando si presenta. Non fuggire. Altrimenti lo trasformi in sofferenza.

 

La sofferenza è la parte superficiale del dolore; è la modalità che noi adottiamo per reagire agli eventi dolorosi che la vita ci presenta. L’esempio più eclatante è il vittimismo.

La vittima è la classica persona che, avendo difficoltà ad entrare in contatto col suo cuore e quindi col suo dolore, accusa il mondo di tutto ciò che le capita.

 

Questo è il miglior modo di trasformare il dolore in sofferenza. Nel dolore trovi ciò che sei perché solo il dolore può scavare dentro di te e farti raggiungere la luce del tuo cuore. E attraverso la luce comprendi tante cose: il dolore è la tua storia, la storia dei tuoi antenati, la storia di tutta l’umanità. Trovi il senso che ti ha portato qui.

 

Ma per fare questo devi avere il coraggio di entrare in contatto col tuo cuore in maniera profonda, di andare a vedere ciò che ti fa paura.

Solo così potrai scoprire ciò che sei. Certo non è facile perché il nostro cuore lo abbiamo seppellito sotto una montagna di schemi e convinzioni profonde e questo ci impedisce di trovare la strada del cuore dove possiamo trovare la verità su noi stessi.

 

Per cominciare, soprattutto quando sei in pieno vittimismo o attacco di rabbia, inizia a farti una domanda:

Chi sta pensando i miei pensieri ora? 

 

Inizierai a renderti conto che tu sei qualcosa che va oltre la tua mente, le tue convinzioni e le tue identificazioni.

Solo così potrai scaricare il peso del mondo che ancora ti porti addosso.

Prenditi la responsabilità di ciò che ti appartiene ma liberati da ciò che non ti appartiene e che hai consentito ti venisse scaricato sulle spalle.

Altrimenti non ce la puoi fare

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